Biografia di Ken Wilber

Ken Wilber nato nel 1949 ad Oklahoma City. Ha vissuto in molti posti durante gli anni di scuola, dal momento che doveva seguire il padre che era nell’Aeronautica. Ha completato i suoi studi scolastici a Lincoln, Nebraska, e cominciato gli studi in Medicina alla Duke University. Durante il primo anno, perse ogni interesse nel perseguire una carriera nelle scienze, e cominciò a leggere di psicologia e filosofia, sia Orientale che Occidentale. Ritornò in Nebraska per studiare Chimica. Conseguita la specializzazione in biochimica, lasciò il mondo accademico per dedicarsi interamente a studiare e scrivere. Con 20 libri sulla spiritualità e la scienza, tradotti in 25 lingue, Wilber oggi è il più tradotto autore accademico degli Stati Uniti. E’ visto come il più importante esponente della psicologia transpersonale, che emerse negli anni ’60 dalla psicologia umanistica, e che ha per argomento il se e la spiritualità, da cui Wilber si è evoluto verso la Visione Integrale. Oggi indubbiamente il più accreditato esponente della Visione Integrale con il suo Integral Institute che riunisce migliaia di menti di tutte le discipline su progetti concreti di realizzazione Integrale dei problemi. A causa della natura fondamentale e pionieristica delle sue concezioni, Wilber è stato chiamato ‘L’Einstein della coscienza’. Per oltre quindici anni ha studiato e si è dedicato allo Zen buddhista. Il suo debutto fu con l’opera The Spectrum of Consciousness (scritta nel 1973, quando stava per laurearsi, e pubblicata nel 1977). Con quest’opera iniziale – che integra la psicologia Orientale e Occidentale -Wilber si qualificò subito come un pensatore originale. Seguirono No Boundary (1979)/Oltre i confini, The Atman Project (1980) e Up from Eden (1981) con le quali copre rispettivamente i territori dello sviluppo psicologico e della storia culturale. All’inizio ha dato con la sua opera un contributo determinante allo sviluppo della psicologia transpersonale, in seguito superata (‘superata e inclusa’) nella Visione Integrale che emerge chiaramente con Sex, Ecology, Spirituality (1995). La psicologia transpersonale – che a sua volta emerge dalla psicologia umanistica – aveva avuto in Abraham Maslow il suo iniziatore negli anni sessanta. In Roberto Assagioli aveva avuto il suo primo codificatore, ma in Wilber trova il contributo più vasto e importante, che lo porterà alla Visione Integrale. La psicologia transpersonale mira alla individuazione dell’unità sottostante qualunque apparente molteplicità e, proprio per questo, non si limita alla dimensione umana ma si amplia alle dimensioni del Kosmo (il termine Kosmo qui inteso in senso wilberiano come realtà costituita da materia, mente, anima, spirito e dalla loro profonda unità). La psicologia transpersonale si ‘dirama’ dalla psicologia tradizionale e prende una sua via del tutto originale poichè, ai fini della comprensione della totalità della vita, non si limita allo studio di ciò che è verificabile secondo la scienza ristretta, ma si spinge alla considerazione delle realtà soggettive, considerate come appartenenti esclusivamente all’area mistica, religiosa, metafisica. Nella sua prima opera Lo Spettro della Coscienza, Wilber affronterà il problema – in una nuova luce -del riconoscimento scientifico di questa realtà e della sua integrazione in una visione più ampia.

In Sex, Ecology, Spirituality e poi, particolarmente in A Theory of Everything (Una Teoria del Tutto), fornisce una nuova visione della scienza e del Kosmo con una visione unificatrice che si basa essenzialmente: sulla nuova concezione di olone introdotta da Arthur Koestler e delle sue leggi; sulla metodologia scientifica allargata; sui contributi scientifici delle grandi scuole di pensiero: dal pensiero matematico e fisico di Schroedinger, Heisenberg, Godel, Einstein (vedi già in Lo Spettro della Coscienza di cui riportiamo brevi ma essenziali riferimenti alle pagine 346 – 356) e dal sorgere /’risorgere’ – della visione non duale nella comprensione della realtà (tutta, compresa quella scientifica ristretta tradizionale) – ai grandi ricercatori della psicologia e della antropologia – basti pensare al Piaget, a Maslow, fino alle nuove metodologie applicative di Beck e Brown di Spiral Dynamics, agli studi sul potenziale umano di Michael Murphy (cofondatore dell’Esalen Institute ed uno dei fondatori e direttori dell’Istituto fondato da Wilber, l’Integral Institute) e alla Pratica Trasformativa Integrale di cui W. amplia la visione con Murphy, Leonard, Chopra e tanti altri – con cui affronta nell’Integral Institute dal 2000 in poi lo studio concreto di problemi nei vari campi utilizzando la Visione Integrale e particolarmente I Quattro Quadranti (AQAL). Una caratteristica di Wilber il non lasciare senza metodi e capacità di prova nessun settore dello scibile, compresa la nuova metafisica [vedasi il saggio di Wilber Sulla Spiritualità Postmetafisica sul nostro sito]. Insieme a questa caratteristica vi è quella di non lasciare che alcuno sia privo di strumenti adatti a realizzare pienamente il proprio livello di coscienza-meme. Come afferma continuamente nei suoi riferimenti alla Pratica Integrale, in particolare la PTI, la Pratica Trasformativa Integrale rappresenta una possibilità di sviluppo per tutti coloro che vivono nell’ordinario quotidiano; negli ultimi anni egli stesso ha condotto seminari introduttivi sulla PTI presso il suo Istituto. Oltre alle opere edite in volumi di imponente rilievo il lavoro di W. attraverso centinaia di articoli che spesso, soprattutto negli ultimi anni, sono messi sotto forma di dialogo con noti personaggi della ricerca umana e con interviste/saggi che egli rilascia su svariati argomenti. Numerose altre – insieme a parti delle sue opere – sono a disposizione sui siti http://wilber.shambhala.com/ e – tradotti in italiano – su questo sito vedi in questa sezione su Ken Wilber gli altri titoli. Wilber.

Ha curato numerose riviste, ricordiamo in particolare il ‘Revision Journal’ ‘New Science Library’, ‘The Journal of Transpersonal Psychology’ e poi ‘One Taste’ pubblicato in volume come raccolta. Nel suo scritto Grace and Grit (1991)[Grazia e Grinta], Wilber dà un commovente resoconto della sua relazione con la sua seconda moglie, Treya, che morì di cancro nel 1989. Della sua vita e della sua esperienza spirituale W. ha offerto un ampio scorcio anche nel libro One Taste (1997) che è una sorta di giornale personale, ed in A Theory of Everything di cui riportiamo di seguito, sempre in questa biografia, un ampio stralcio. Al suo lavoro considerato più rilevante ha dato il titolo Sex, Ecology, Spirituality (1995-ulteriormente integrato nella edizione del 2000 che quella di cui abbiamo tenuto conto nel nostro lavoro di sintesi). E’ particolarmente voluminoso – 850 pagine divise in tre volumi di cui 300 di fitte note che riassumono in un corpo piccolo una innumerevole serie di riferimenti e di sintesi; è l’autore stesso a considerarli come un terzo volume dopo i primi due in cui divisa l’opera. Questo fondamentale lavoro, Sex, Ecology, Spirituality, considerato come una Grande Sintesi di spiritualità, scienza, arte, delle tradizioni di Oriente ed Occidente. Di esso lo stesso Wilber ha fatto una sintesi più breve pubblicata in A Brief History of Everything (1996). Una grossa parte dei nostri riferimenti sono costituiti da questo lavoro centrale nello sviluppo del pensiero e dell’opera pratica di W. e al tempo stesso per lo sviluppo del pensiero umano. Segna, in effetti, il passaggio ad una vera sintesi globale del pensiero umano superando le varie visioni parziali /e, ovviamente proponendone una nuova ma enormemente più ampia e completa…/ conferendo una dimensione nuova e piena ai grandi contributi che egli sottolinea e sviluppa (basti pensare alla teoria olonica, alla valorizzazione della ricerca del Piaget, di Maslow, di Murphy, di Gebser, di Koestler, di mille altri di cui troverete ampi riferimenti nel volume). Nel 2000 Wilber ha fondato l’Integral Institute [vedi in questa sezione], per lo studio della scienza e della società da un punto di vista integrale (riportiamo nel nostro compendio riferimenti a questi studi e applicazioni alle pagine 324 -327 e altre del libro citato all’inizio). Riportiamo brevemente da A Theory of Everything alcune note biografiche che rappresentano il periodo centrale di trasformazione di Wilber come lui stesso descrive. E’ fondamentale considerare gli aspetti che egli sottolinea, compresi i legami con le vicissitudini familiari e non solo quelli scientifico filosofici, se si vogliono afferrare adeguatamente le motivazioni profonde che lo portano dal transpersonale alla Visione-Pratica Integrale. Wilber parla del periodo di trasformazione in cui ha generato SES: SEX, ECOLOGY,SPIRITUALITY. “Per prima cosa la libera guida di questa T.O.E.[A Theory of Everything-Una Teoria del Tutto] in un libro chiamato Sex, Ecology,Spirituality (SES). Dal momento che spesso mi si chiede dell’origine del libro e perchè l’ho scritto, interrompo questa narrazione teorica con un resoconto personale di ciascuno di quei temi. SES E’ stato il primo libro che ho scritto in quasi dieci anni, seguendo gli eventi descritti in Grace and Grit: Spirituality and Healing in the Life and Death of Treya Killam Wilber [il libro uno dei pochi in traduzione italiana-vedi in fondo alla biografia]. Dieci anni dopo che Treya ed io ci eravamo sposati, nel 1983, lei aveva avuto diagnosticato un cancro al torace. Noi spendemmo i successivi cinque anni lottando contro quel male. Treya morì nel 1989, all’età di 41 anni. Lei mi chiese di scrivere della nostra sofferenza; Grace and Grit ne fu il risultato. Il libro precedente, Transformations of Consciousness (con Jack Engler e Daniel P. Brown – edito in italiano), fu completato nel 1984; io scrissi Grace and Grit nel 1991; e poi mi decisi a scrivere finalmente un libro di psicologia integrale che avevo progettato per diversi anni. Stavo chiamando il libro System, Self, and Structures (Sistema, SE, e Strutture), ma sembrava qualcosa che non veniva scritto mai. Determinato a completarlo, lo buttai giù e cominciai a trascriverlo in due volumi; al chè mi resi conto, con uno shock, che quattro delle parole che avevo usato nel vero e proprio primo paragrafo non erano consentite nei discorsi accademici (sviluppo, gerarchia, trascendente, universale). Questo, non c’è bisogno di dirlo, provocò un considerevole blocco nel mio tentativo di scrivere questo libro, e il povero System, Self, and Structures fu, ancora una volta,messo da parte. Recentemente ho tirato fuori una versione ridotta col titolo Integral Psychology – (ndr: brani in italiano – traduzione dal sito di Wilber – sono disponibili su questo sito, insieme ad altri numerosi brani, interviste, sintesi e riferimenti dello stesso autore-nella parte seconda di questo volume ne riportiamo un’ampia sintesi/sunto). Quello che è accaduto nell’interruzione dei miei scritti per dieci anni, e a cui avevo prestato una insufficiente attenzione, che il postmodernismo estremo e il meme verde hanno abbastanza completamente invaso l’accademia in generale e gli studi culturali in particolare – anche i collegi alternativi e gli istituti parlavano postmodernese con un tono autoritario. I ‘politicamente corretti’ vigilavano i tipi di discorsi seri che potevano o non potevano essere pronunciati in accademia. Il relativismo pluralistico era la sola visione del mondo accettabile. Ciò richiedeva che tutta la verità culturalmente collocata (eccetto la propria verità, che è vera per tutte le culture); ciò richiedeva che non vi sono realtà trascendenti (eccetto i propri assiomi, che trascendono contesti specifici); ciò richiedeva che tutte le gerarchie o graduatorie di valori sono oppressivi e marginalizzanti (eccetto la propria scala di valori, che superiore a quelle alternative); ci richiedeva che non vi sono verità universali (eccetto il proprio pluralismo, che universalmente vero per tutti). I lati negativi del postmodernismo estremo e del relativismo pluralistico sono ora ben conosciuti e ampiamente studiati, ma a quel tempo io stavo cominciando a scrivere System, Self, and Structures, che erano pensati come fossero dei gospel e fossero come un abbraccio religioso….. Quindi misi da parte System, Self, and Structures, e cominciai a considerare come continuare, sentendomi piuttosto come un salmone che aveva iniziato a nuotare controcorrente per avere qualche divertimento. Una cosa era molto chiara per me, che lottavo con un clima intellettuale dedicato a decostruire ogni cosa che attraversava la sua strada: sarei dovuto tornare indietro e saltare all’inizio, e cercare di creare un vocabolario per una filosofia più costruttiva. Al di l del relativismo pluralistico vi è l’integralismo universale. Posto differentemente, io vedevo una filosofia mondiale – o una filosofia integrale – che avrebbe dovuto credibilmente tessere insieme i molti contesti di scienze, morale, estetica, filosofia Orientale e Occidentale e le grandi tradizioni di saggezza del mondo. Non al livello dei dettagli – che è impossibile finitamente (limitatamente, definitivamente); ma al livello delle generalizzazioni orientanti: una via per indicare che il mondo reale uno, indiviso, tutto, e relazionato con se stesso in ogni via: una filosofia olistica per un Kosmo olistico, una plausibile Teoria del Tutto. Anni dopo, Sex, Ecology, Spirituality fu il risultato. Durante questo periodo vissi come un eremita; vidi per l’esattezza quattro persone in tre anni (Roger Walsh, che è un M.D., veniva una volta l’anno per vedere se ero vivo); fu un vero e proprio ritiro silenzioso di tre anni (questo periodo l’ho descritto in OneTaste, June 12). Ero serrato in quest’opera e non mi lasciava libero. La parte più dura era avere a che fare con le gerarchie, Gerarchie fissate, dominatrici, sono deplorevoli; e classificazioni sociali oppressive sono dannose. Il postmodernismo ci ha reso fortunatamente più sensibili a queste ingiustizie. Ma anche i critici antigerarchici hanno le loro forti gerarchie (o scale di valore). I postmodernisti valutano il pluralismo al di sopra dell’assolutismo – e quella è la loro gerarchia di valori. Anche gli eco filosofi, che aborriscono le gerarchie che pongono gli esseri umani in cima alla scala evolutiva, hanno la loro propria gerarchia molto forte, che : gli elementi subatomici sono parte di atomi, che sono parti di molecole, che sono parti di cellule, che sono parti di organismi, che sono parti di ecosistemi, che sono parte della biosfera. Essi così valutano la biosfera al di sopra degli organismi particolari, come l’uomo, e deplorano che l’uomo usi la biosfera per il proprio egoismo e per scopi rovinosi. Tutto ciò viene dalla loro particolare gerarchia di valori. Le femministe hanno diverse gerarchie (ovvero, le società collaborative sono migliori di quelle di potere; collegare è meglio che essere in graduatorie; liberazione è meglio che oppressione); i teorici sistemici hanno centinaia di gerarchie (la maggior parte dei sistemi naturali sono organizzati gerarchicamente); biologi, linguisti, e psicologi evolutivi hanno tutti gerarchie. (Anche quei meme che non riconoscono gerarchie – come il beige o il porpora – hanno anche strutture gerarchiche). Tutti sembrano avere qualche tipo di gerarchia, anche quelli che affermano di non averne. Il problema è che nessuno di essi si armonizza con gli altri. Le gerarchie sembra non vadano d’accordo l’una con l’altra. E quella era la base del problema che mi tenne chiuso nella mia stanza per tre anni. Ad un certo punto, avevo duecento gerarchie scritte sparse per tutto il pavimento, e cercavo di trovare il modo di metterle insieme. Vi erano le gerarchie delle ‘scienze naturali’, che erano le più semplici…, vi erano quelle degli psicologi evolutivi, le gerarchie linguistiche, contestuali, spirituali. Vi erano stadi di sviluppo nella fonetica, nei sistemi stellari, nelle visioni del mondo, culturali, nel dispiegamento filogenetico, nelle modalità tecnologiche, nelle strutture economiche, nelle realizzazioni supercoscienti. Ed esse semplicemente si rifiutavano di accordarsi l’una con l’altra. G. Spencer Brown, nel suo notevole libro, Laws of Form, disse che la nuova conoscenza viene quando tieni in mente semplicemente ciò che ti occorre sapere. Tieni presente il problema nella mente ed esso frutterà. La storia degli esseri umani certamente è un attestato di questo fatto. Un individuo si pone un problema, e semplicemente si ossessiona su quel problema finchè lei o lui lo risolve. E la cosa bizzarra: il problema sempre risolto. Presto o tardi, esso frutta. Potrebbe passare una settimana, un mese, un anno, una decade, un secolo, un millennio, ma il Kosmo appare essere tale che le soluzioni sono sempre disponibili. Per un milione di anni, gli esseri umani hanno guardato la Luna e desiderato di passeggiarvi sopra… Verso la fine del periodo di quei tre anni la cosa nel complesso cominciò a diventarmi chiara. Presto divenne ovvio che le varie gerarchie ricadono nelle quattro maggiori classi (che io avrei chiamato i quattro quadranti [vedi figura 10 pag.125]); che alcune gerarchie sono riferite all’individuale, alcune al collettivo; che alcune sono realtà esteriori, altre sono reltà interiori, ma che tutte si adattano insieme senza rotture. Gli ingredienti di queste gerarchie sono gli oloni. Un olone un ‘tutto/parte’, o un tutto che è anche una parte di altri ‘tutto’: un tutto-atomo una parte di un tutto-molecola, che una parte di un tutto-cellula, che una parte di un tutto-organismo. O anche, un tutto-lettera parte di un tutto-parola, che parte di un tutto frase, che parte di un tutto-paragrafo, e così via. La Realtà non è composta nè di parti nè di tutti ma di tutto/parti, o oloni. La Realtà in tutti i domini è composta basilarmente di oloni. Questo è ciò che Arthur Koestler puntualizzò, una gerarchia crescente effettivamente una olarchia, dal momento che esso è composto di oloni (così da atomi a molecole a cellule a organismi – quello che noi abbiamo anche chiamato gerarchia nidificata (inserite le une nelle altre -‘nidificate’ per l’appunto il termine corrispondente usato da W.: ‘nested’) o gerarchia attualizzata (realizzata), perchè le olarchie sono l’ossatura dell’olismo: esse convertono mucchi in ‘tutti’ (interi, completi), esse sono parti di altri ‘tutti’, senza limitazioni)].

Il Kosmo una serie di nidi dentro nidi dentro nidi indefinitamente, che esprimono un abbraccio olistico più grande e più grande – olarchie di oloni ovunque – il che avviene perchè tutte le cose ebbero il loro proprio valore olarchico, e perchè, alla fine tutte queste gerarchie si mescolano e si adattano perfettamente le une alle altre. Il Kosmo fondamentalmente è composto di oloni, in tutte le direzioni, verso l’alto e verso il basso. E sembra che tutti gli oloni ereditino qualche tipo di passato…- Il concetto di olone essenziale nella nuova visione del mondo. E con questo, molta parte di Sex, Ecology, Spirituality cominciò a scriversi. Il libro diviso in due parti (tre effettivamente, contando le note finali, un libro separato in se stesso). La Prima Parte descrive il Kosmo olonico – nidi nei nidi nei nidi indefinitamente – e la visione del mondo dell’integralismo universale che io credo può più autenticamente esprimerlo. La Seconda Parte cerca di spiegare perchè questo Kosmo olistico è così spesso ignorato o negato. Se l’universo è realmente un modello di modelli e processi correlati – olarchie ed oloni – perchè così poche discipline prendono in considerazione questo fatto? Se il Kosmo è non olistico, non integrale, non olonico – se esso è una cosa frammentata e confusa, senza contesti comuni o legami o unioni o comunioni -alla fine, il mondo un confuso disordine che varie particolarità lo fanno essere. Ma se il mondo è olistico e olonico, allora perchè non lo vede più gente? Se il mondo è un tutto, perchè così tanta gente lo vede come frammentato? E perchè, in un certo senso, il mondo è spezzato, frammentato, alienato, diviso? La seconda parte del libro quindi guarda a cosa ci previene dal vedere il Kosmo olistico. Esso guarda a ciò che io chiamo flatland. In un certo senso, flatland semplicemente il fallimento nell’afferrare l’intera spirale evolutiva o l’intero spettro della coscienza; l’antidoto a flatland una visione integrale, che è ciò che SES cerca di fare. Una volta che il libro fu concepito, la scrittura in effetti divenne abbastanza veloce. SES fu pubblicato nel 1995. Le riviste ne parlarono da molto positivamente (‘In avanti nella stessa direzione con la Vita Divina di Aurobindo, con Essere e Tempo di Heidegger, e con Processo e Realtà di Whitehead, Sex, Ecology, Spirituality uno dei quattro grandi libri di questo secolo’), a perplesso, confuso, o adirato (‘questo uno dei libri più irritanti dell’anno, pomposo e super-tronfio’). Ma la maggior parte della reazione comune complessiva a SES fu quella che io penso di potere chiamare gioia. Fui inondato di email dai lettori che mi parlarono dell’influenza liberatoria che SES aveva sulla loro visione del mondo, sulla loro visione della realtà, sulla loro coscienza stessa. SES , dopo tutto, una storia delle imprese del tuo vero e proprio Se, e molti lettori hanno gioito alla rimembranza. Le donne mi perdonarono qualche ossessione patriarcale, gli uomini mi dissero di aver pianto all’ultimo capitolo. A parte che per Grace and Grit, io non avevo mai ricevuto tali lettere sincere scritte col cuore e profondamente toccanti, lettere che mi fecero sembrare che quelle difficoltà di tre anni ne valessero più che la pena. Un critico scrisse di SES che ‘esso onora e incorpora più verità che qualche approccio nella storia’. Io ovviamente avrei preferito credere che questo il caso, ma so anche che ogni domani porta nuove verità, apre nuove viste, e crea la richiesta per sempre più compiute visioni. SES semplicemente l’ultima di una lunga linea di visioni olistiche, e passerà esso stesso in un più grande domani dove esso una annotazione a più gloriose visioni. Allo stesso tempo, io ritengo che SES (e i libri seguenti che lo riflettono: A Brief History of Everything, The Eye of Spirit, The Mariage of Sense and Soul, One Taste, e Integral Psychology) possono servire come una utile via integrale. A Brief History of Everything una versione semplificata di SES, e i lettori interessati possono cominciare da lì. Ebbene, non necessario che tu sia d’accordo con tutta questa visione o con la maggior parte di essa – e, infatti, sarai probabilmente capace di apportare miglioramenti ad essa, che sarebbe una cosa grande. Questa è semplicemente una versione di una visione globale integrale – un tentativo di T.O.E. – utile soltanto nella misura in cui ci aiuta a considerare le nostre stesse possibilità integrali. Ci diamo un’occhiata? [ T.O.E., pp.36- 42]”. Elenco delle opere e descrizione sintetica (sommario) dei contenuti:

Uscita la nuova opera di Wilber (n.20)
Spectrum of Consciousness (1977) Wilber, K.:
Grace and Grit (1991)
No Boundary (1979)
Sex, Ecology, Spirituality (1995-2000)
The Atman Project (1980)
A Brief History of Everything (1996)
Up from Eden (1981)
The Eye of Spirit (1997)
The Holographic Paradigm (1982)
Marriage of Sense and Soul (1997)
A Sociable God (1982)
One Taste (1999)
Eye to Eye (1983)
Integral Psychology (2000)
Quantum Questions (1984)
A Theory of Everything (2000)
Spiritual Choices (1986)
Boomeritis (2002)
Transformations of Consciousness (1987)
The Simple Being of Feeling (2004)
OPERE TRADOTTE IN ITALIANO
Wilber K. Jack Engler, Daniel P. Brown: Le Trasformazioni della Coscienza, Ubaldini, Roma, 1989