Libera traduzione di Filippo Gallerani Falzoni.
I saggi e i mistici sono degli squilibrati? Perchè dicono tutti varianti della stessa storia? La storia di svegliarsi una mattina e scoprire che sei uno con il Tutto, senza tempo ed eterno. Si può darsi che siano pazzi, questi folli del divino. Può darsi che siano degli idioti che mormorano di fronte all’Abisso. Può darsi che abbiano bisogno di un terapeuta gentile e comprensivo che certamente potrebbe aiutali. Ma poi penso: Può darsi che la sequenza dell’evoluzione sia veramente dalla materia al corpo, alla mente, all’anima e allo spirito, ognuno di questi livelli che trascende ed include il precedente, ognuno con maggiore profondità e maggiore consapevolezza e più ampio abbraccio della realtà. Al livello più alto dell’evoluzione, può darsi (dico può darsi) la coscienza individuale raggiunge davvero l’infinito – un abbraccio totale dell’intero Cosmo – una coscienza cosmica che è Spirito risvegliato alla sua vera natura. Ciò almeno è plausibile. E ditemi: la storia raccontata dai mistici e dai saggi di tutto il mondo è più pazza della storia raccontata dal materialismo scientifico, che afferma che l’intero processo è la storia raccontata da un idiota, piena di furia e suoni, e che non significa assolutamente nulla? Osserva molto attentamente quale delle due storie ti pare più pazza. Dirò che cosa penso: Io penso che i saggi sono le punte emergenti dell’impulso segreto dell’evoluzione, penso che sono le guide della spinta all’autotrascendenza che va sempre oltre a ciò che era prima. Penso che stanno cavalcando la cima del raggio di luce in corsa verso l’incontro con Dio. E penso che loro indicano la stessa profondità in te e me, e in tutti noi. Penso che sono sintonizzati con il Tutto e che il Cosmo canta attraverso le loro voci e che lo spirito brilla nei loro occhi, che essi ci aprono al domani, ci aprono la porta verso il cuore del nostro destino, che già ora, in questo medesimo istante, e in questo riconoscimento strabiliante la voce del saggio diventa al tua voce, gli occhi del saggio diventano i tuoi occhi, tu parli con la lingua degli angeli e sei illuminato dal fuoco della realizzazione, che mai si estingue o tramonta, tu riconosci il tuo vero Volto nello specchio del Cosmo stesso: la tua identità è davvero il Tutto che si dischiude non attorno a te, ma in te. Le stelle non brillano più “là fuori” ma qui dentro. Le supernova vengono all’esistenza dentro il tuo cuore, e sola brilla all’interno della tua consapevolezza. Perchè tu trascendi tutto, abbracci tutto senza fine. Non c’è un finale definitivo da raggiungere, solo un processo senza fine, e tu sei l’apertura o il puro Vuoto nel quale l’intero processo si dischiude senza fine, miracoloso, interminabile, leggero.
Tutto il gioco non incompiuto, come l’incubo dell’evoluzione, e tu sei esattamente dove eri prima dell’inizio di tutto lo spettacolo. Con uno shock improvviso del pienamente ovvio, riconosci il tuo stesso Volto Originale, il viso che avevi prima del Big Bang, il viso del completo Vuoto, che sorride come tutta la creazione e canta come l’intero Cosmo, e tutto ancora da creare in quel primo sguardo; e tutto ciò che rimane è il sorriso, ed il riflesso della luna in un quieto tratto del lago nella tarda notte chiara come il cristallo. Il mondo reale non ti viene dato “due volte”: una volta la fuori ed una volta qui dentro. Questa somma di due significa esattamente Dualità. Piuttosto il mondo reale ti è dato “una sola volta” immediatamente – una sensazione, ha un sapore, completamente pieno in quel solo sentire, non diviso in osservatore ed osservato, in soggetto ed oggetto, frammento e frammento. E’ un singolare di cui il plurale è sconosciuto. Puoi sentire la montagna ed è la stessa sensazione del tuo Se, non il “là fuori” riflesso “qui dentro”, questa dualità non esiste nell’immediatezza dell’esperienza reale. L’esperienza reale prima che tu la divida, non contiene tale dualismo, l’esperienza reale, la realtà stessa non duale. Tu sei ancora tu, la montagna ancora la montagna; ma tu e la montagna siete due aspetti dell’unica e sola esperienza, che l’unica e sola realtà in questo punto. Se ti rilassi di fronte all’esperienza del presente in questo modo, il senso del se separato si scioglierà, smetterai di distaccarti dalla vita, non avrai più esperienze tu improvvisamente diverrai tutta l’esperienza, non sarai più “qui dentro” che guardi “là fuori” poichè dentro e fuori sono uno, perciò non sei più imprigionato qui dentro. E così improvvisamente tu non sei più il corpomente, improvvisamente sono dissolti, improvvisamente il vento non soffia più su di te ma attraverso di te, dentro di te. Non stai guardando la montagna, tu sei la montagna la montagna ti è più vicina della tua stessa pelle. Tu sei quello, e non c’è un tu – solo questo intero spettacolo che sorge spontaneamente, di momento in momento. Il se separato non si può trovare in nessun luogo. L’intera sensazione di peso scompare perchè tu non sei più nel cosmo, il cosmo è in te e tu sei il più puro Vuoto. L’intero universo il trasparente luccicare del Divino e della Purezza Primordiale. Ma il Divino non da qualche altra parte, in tutto questo luccicare. E’ auto visto, ha un solo sapore, non è da nessuna altra parte.
Ken Wilber