Emozioni-Pensiero-Realtà

NewsIl contributo,di testi antichissimi appassionanti per la loro attualità, al risveglio dell’uomo di tutti i tempi è tale da collocarli di diritto nella dimensione dell’eterno.Ma è esattamente quanto anche la vita ci offre e propone per il nostro personale risveglio: se fossimo più consapevoli e in grado di osservare con presenza e attenzione, ci accorgeremmo che tra questo momento e quello successivo esiste uno spazio vuoto, un possibile transito verso un più alto livello di coscienza. Per chi sa scorgere e cogliere tali varchi, cambiamenti profondi e opportunità di trasformazione diventano possibili. Più restiamo inconsapevoli di ciò che accade tra quei varchi,dentro di noi e dei nostri processi inconsci, più nello spazio della realtà sensoriale verremo governati e sospinti dal vento della vita. Recentemente si è scoperto che il cervello non distingue tra ciò che gli occhi vedono realmente e le immagini create dai pensieri e dalle fantasie, perché in entrambi i casi si attivano le stesse reti neuronali. Possiamo quindi affermare che il cervello non è in grado di distinguere la differenza tra ciò che succede “dentro” e “fuori”. E la scienza quantistica dimostra che non esiste un “la fuori” indipendentemente da quello che succede “qui dentro”. Ne consegue che niente in verità può toccarci, a parte quello a cui noi stessi riconosciamo questo potere, e il mondo è un insieme di potenziali realtà tra cui scegliere in ogni istante. Se non diventiamo individui più consapevoli e capaci di vivere il presente, sono i nostri condizionamenti inconsci a materializzare la nostra realtà. E anche questa è una scelta, seppure inconscia. Quotidianamente ci confrontiamo con tutte le parti di noi che abbiamo rifiutato e rimosso, gettandole nell’inconscio. Se aprendoci a riconoscere le nostre proiezioni saremo in grado di riconoscere queste parti ed accoglierle, saremo istantaneamente liberati, risvegliati nella Verità…o respingendone l’esperienza perpetueremo il livello di inconsapevolezza. Se consideriamo la nostra vita insoddisfacente o limitante è perché rimaniamo nell’ipnosi negativa dei nostri condizionamenti. Secondo la fisica quantistica siamo continuamente i co-creatori della nostra realtà. Cambiando i nostri programmi interni, anche la realtà attorno a noi cambia: possiamo apprendere cose nuove, trascendere paure e limiti, salire ad un livello di esistenza più alto dove percepire in modo più profondo e consapevole le esperienze, noi stessi e gli altri. Alcune Tradizioni millenarie e la scienza oggi ci descrivono come il pensiero crei costantemente la realtà. Se la realtà è una possibilità, come fare a renderla migliore? Soprattutto le Tradizioni millenarie ci danno indicazioni molto precise in proposito. Ci dicono di prenderci la responsabilità di tutto ciò che ci succede, di trattare, ad esempio, le persone che ci disturbano come la proiezione di una parte rifiutata e giudicata di noi stessi. La religione ci dice Ama gli altri, , perché sono te stesso. La vecchia via è pensare che l’altro è esterno a noi, e basterà troncare con quella persona, cioè eliminarla dall’esperienza, per far sparire il problema. Ma la conoscenza oggi è lì a sottolineare che tutto ciò che induce in noi una reazione, ci turba, ci colpisce, è la proiezione di qualcosa che ci appartiene. Nostra è la scelta se riconoscere le energie in gioco e trovare il modo di integrarle in noi, o rifiutare e incolpare l’esterno. In quest’ultimo caso, quella stessa tematica accadrà di nuovo e di nuovo per darci altre opportunità di risveglio. Se trascuriamo il buio che c’è in noi, avremo bisogno di vederlo materializzato fuori per riconoscerlo! Saranno proprio i nostri condizionamenti a richiamare a noi quella stessa realtà indesiderata, fino a che non saranno riconosciuti, fino a che non saremo liberi dall’identificazione. Oggi sappiamo che miliardi di informazioni arrivano ai nostri sensi, ma possiamo cogliere solo quello che il nostro cervello è in grado di decodificare. Ne consegue che dobbiamo costantemente usare il passato per interpretare il presente e, particolare rilevante, non siamo in grado di riconoscere tutto ciò che giudichiamo e rifiutiamo. Letteralmente possiamo vedere e riconoscere solo quello che consideriamo possibile: senza una struttura interna di riferimento il nostro cervello è incapace di decodificare quello che incontriamo. E La struttura non è altro che il risultato di un insegnamento che predispone in noi delle griglie di riferimento inconsce per poter riconoscere e fare esperienza .È necessario comprendere questo meccanismo in maniera tale da riconoscere la natura illusoria delle cose, dei fenomeni, imparare a lasciar andare. Le mie abitudini… le mie ragioni… le mie convinzioni… il mio punto di vista… le mie giustificazioni… i miei soldi ecc. ecc. Facciamo diventare tutto “io” e “mio”. Questo attaccamento all’ego non si cura di nient’altro se non della salvaguardia e del perpetuarsi di sé. Ecco perché da così tante fonti di insegnamento spirituale si sostiene che il tempo della vita è prezioso, l’unico tempo che abbiamo per espandere la consapevolezza e prepararci a fare della nostra morte un' esperienza “illuminante”, piuttosto che di fatica e sofferenza. La vita è una palestra per allenare la coscienza ad acquisire consapevolezza. Dipende da noi dare attenzione agli strumenti che possono aiutarci, o no, utilizzare bene il nostro tempo, o no. La meditazione e tante altre tecniche di pari lignaggio ad esempio, ci danno gli strumenti per imparare a riconoscere che noi non siamo la mente, ma colui che osserva, 1'“osservatore”, il “testimone”. Solo il testimone può cogliere che i diversi stati sono solo realtà differenti della mente correlate tra loro. Nonostante siano molto aumentate l’informazione e la letteratura al riguardo, ancora non ci soffermiamo abbastanza sul fatto che il nostro pensiero crea quello che siamo e il mondo attorno a noi. Dobbiamo tantissimo a coloro che hanno saputo suffragare in modo scientifico e allo stesso tempo comprensibile quanto le antiche tradizioni dicono da sempre: è il dentro che determina il fuori, e la realtà che viviamo dipende da noi. Mi affascina riconoscere come continuiamo ad avere bisogno delle realizzazioni senza tempo della Mente Illuminata di tutte le tradizioni. I temi da approfondire come la responsabilità delle nostre azioni e la necessità di trovare una reale apertura al nuovo sono proprio quelli che maggiormente abbisognano di una nuova prospettiva in questo momento di passaggio evolutivo del Pianeta così cruciale Sono certo (e non è soltanto una mia convinzione…) che il risveglio coincide con l’Amore.