L'IO TRASPARENTE

DALLA PREFAZIONE DELLIO TRASPARENTE (Scritto non ancora in commercio)
quindi la falsifcabilità e non la verificabilità che rende scientificamente valida un’ipotesi […]. La peculiarità di tale inversione logica comporta che la scienza non dovrà basarsi su dei fatti per costruire le sue teorie ma, al contrario, costruire le teorie e controllarle mediante i fatti. (karl popper)
Lo scopo del metodo di respirazione presentato in questo libro qualcosa che ha implicazioni di straordinaria portata: la salute olistica, la fine del conflitto e della divisione ulteriore, la coscienza del Sè, possiamo dire l’illuminazione. Si tratta, dunque, di un argomento molto ampio e controverso che comporta l’assunzione di prospettive intellettuali non ordinarie, in un’area della ricerca in cui nulla pu darsi per scontato. Inoltre, affrontando la cosa seriamente chiaro che per l’io l’illuminazione sia l’ultima e suprema illusione, e che la vera illuminazione ha luogo quando scompare l’io che la persegue. Parlare di coscienza, di risveglio e liberazione conduce di fronte all’abisso e al mistero che l’umanità da secoli affronta, nonostante lo sviluppo delle ricerche in questo campo.

Quando cerco di dare risposte ai problemi dell’esistenza e migliorare la vita di chi mi legge, come di chi ora sta scorrendo queste righe, mi accorgo che, quando si cerca di definire l’essenziale, il linguaggio conduce sempre a paradossi e a verit parziali. Mi domando seriamente, quindi, se esista un insegnamento e se esso possa essere trasmesso a cuor leggero, quando, non solo ne riconosciamo la parzialità intrinseca, ma sappiamo pure che esso sar recepito diversamente secondo la situazione psicologica e il livello di chi legge. Infatti, oltre all’aspetto filosofico profondo relativo all’ineffabilità della vita e ai limiti del pensiero, anche nelle comunicazioni più semplici ci si può rendere conto che ciò che è sostanziale per qualcuno è insignificante per altri, e ciò che è giusto in una situazione è sbagliato in altre. Maestri e filosofi hanno sostenuto teorie opposte, entrambe “vere” e confermate da chi le sperimentava. Troviamo verità che si contraddicono non solo in filosofia, o nella molteplicità delle situazioni dell’esistenza, ma persino nell’osservazione del mondo fisico. Così anche la scienza si trova di fronte all’inafferrabile, o per lo meno a qualcosa che non è riducibile a una interpretazione univoca, per esempio come quando osservando un elettrone notiamo che esso ci appare come onda o come particella secondo il modo in cui l’osserviamo per cui, se lo vediamo come onda, non possiamo vederlo come particella e viceversa. La fisica quantistica ha aperto prospettive rivoluzionarie in questo senso.
Il punto di vista da cui si osserva la realtà offre verità diverse, che spesso appaiono inconciliabili. E, del resto, il principio di fallibilità è alla base della scienza stessa, perchè riconosciuto il limite intrinseco di qualunque teoria che cerchi di tratteggiare solo un aspetto dell’incommensurabile Tutto. Nella vita di ogni giorno possiamo osservare come persino parole di buon senso possono essere nocive se rivolte a chi del “buon senso” è tanto schiavo da non osare esprimere comportamenti liberatori e creativi per eccesso d’autocontrollo. Per certi tipi di persone troppo stoiche è bene riuscire a comprendere ed esprimere un po’ di edonismo, mentre a molti epicurei mancano delle doti stoiche che farebbero bene a considerare. Fortunatamente, oltre la ragnatela del pensiero e delle parole, la mente intuitiva permette di riconoscere la verità inesprimibile che integra gli opposti, e così, mentre il cervello impegnato a cercare di scrivere qualcosa di coerente, accadono momenti in cui, come risvegliati da un sogno, ci troviamo liberi dal pensiero, che appare trasparente come una rete d’illusioni e, nella consapevolezza momento per momento in cui scompare l’io diviso, siamo davvero a contatto con la verità ineffabile. Lo scrivere accade allora senza bisogno di pensiero o sforzo. Appena ci fermiamo ad analizzare questo stato per poi provare a tradurre in parole sulla pagina l’attimo eterno in cui l’io è trasparente, tutto appare di nuovo difficile da definire perchè distaccandoci da esso lo perdiamo e le parole non lo possono contenere. Succede poi che cercare di raggiungere questo stato naturale attraverso uno sforzo volontario si riveli un modo molto efficace per allontanarlo…
La suprema condotta è assenza di sforzo. La meta della via degli esseri risvegliati è conseguita senza un sentiero da percorrere. Il sommo risveglio è realizzato senza qualcosa da praticare. La suprema meta è lo stato naturale senza aspettative. Rimani nello stato in cui non c’è nulla da meditare. Quando otterrai il non ottenimento, allora otterrai il “Grande Sigillo”.
Mahamudra Questo stato di trasparenza, quando si manifesta, ci può apparire banale perchè sembra sia tutto troppo facile e normale, tuttavia è proprio lo stato naturale di consapevolezza, libero dalla nevrosi e dalla schiavitù del tempo psicologico, lo stato di coscienza indicato dai maestri della ricerca interiore. E' uno stato di semplice presenza nell’attimo, libero dal conflitto interiore, dalla divisione, uno stato di totale “normalità”, o meglio, d’assenza momentanea delle distorsioni dell’io, di consapevolezza di ciò che è. Questa coscienza trasparente è tanto rara che la si chiama “illuminazione”.E' una rinascita seppure ci troviamo a essere ciò che siamo sempre stati. Dopo anni di pratiche con chakra, manta ecc. ci si sveglia al semplice Essere oltre ogni pensiero e descrizione… La realtà limpida di fronte a noi non viene confusa con i pensieri che associamo alle cose, i pensieri sono riconosciuti come tali, l’io è trasparente… Tutto fluisce in armonia senza nessun io che fa, e tutto autoaccade… Quando questo stato si manifesta, molte illusioni di grandezza e di onnipotenza infantile sono distrutte, l’orgoglio e la paura sono smascherati, sino al nodo di base di ogni problema mentale, sino al nodo del cuore di cui parla Ramana Maharshi. Ci vuole un certo coraggio per guardare in faccia la realtà. Forse per questo R. Laing affermava che l’uomo aborrisce la trascendenza, e le tradizioni ci parlano di un terrificante “guardiano della soglia” che preclude ai timorosi il passaggio verso la nuova dimensione. Non solo per i demoni che custodiscono il tesoro (attaccamenti, paure, emozioni distruttive, abitudini e preconcetti ecc. che ora possiamo vedere) ma per il coraggio necessario a riconoscere l’ovvietà del tesoro stesso che da sempre è tanto vicino da non poter essere visto.
Paradossalmente, quando cessa lo sforzo di cambiare ha luogo il cambiamento. Quando si esaurisce la tensione dell’io verso un altrove nello spazio e nel tempo, entriamo nel sentire profondo, nella consapevolezza indivisa. I diversi percorsi di ricerca ulteriore, quando sono perseguiti per ottenere credenziali a sostegno dell’io, si riducono spesso a deludenti trip egoici. Quando invece sono accompagnati da fenomeni non ordinari della coscienza autenticamente spirituali grazie a pratiche efficaci, o spontanei risvegli, conducono alla semplice consapevolezza del qui e ora nella vita di ogni giorno. La conoscenza di sè ci permette di amare la vita e di viverla pienamente come mai avremmo potuto immaginare possibile e tuttavia vediamo come illusioni tutti i sogni spirituali che ci avevano spinto al viaggio interiore e diventiamo più saggi e concreti… Dopo che i Sogni di gloria dell’io sono crollati, otteniamo tutto nella semplice capacità di essere ci che siamo, ora che il desiderio è svanito. Tutto torna “normale”, finisce l’ansia di vivere, si dissolve la paura di morire… Per quanto oscuro e inesprimibile sia il nodo che ci fa sentire dissociati dalla pienezza della vita, esso è solo un sottile inganno che può svanire appena mettiamo a fuoco il nostro sentire, riconoscendo la natura e la vanità dei nostri meccanismi difensivi, e i limiti della rete del pensiero che pare usurpare lo spazio della coscienza. In questo processo, a volte è come se dall’identificazione con oggetti mutevoli (le immagini dell’io che si susseguono plasmate da emozioni, desideri e paure, tutti gli io creati dal pensiero) riconoscessimo di essere l’immutabile soggetto osservante, ciò che è testimone del caleidoscopio del pensiero e dei giochi della mente. Ciò che osserva i molti che sono uno ed è l’Uno che diventa i molti.
Filippo Falzoni G.