LA PSICOLOGIA TRANSPERSONALE, LA RICERCA INTERIORE E LE TECNICHE ESPERIENZIALI

Faccio parte di quel gruppo di psicologi che appartengono alla branca della psicologia detta Psicologia Transpersonale e vorrei dire due parole sulla Psicologia Transpersonale e sul Rebirthing ad approccio Transpersonale, il metodo di iperventilazione di cui i relatori prima di me hanno già parlato e di cui sono stati mostrati i molto incoraggianti test scientifici e i risultati delle ricerche che il dott. Cicciù, insieme ad altri sta, portando avanti con ottimi risultati. Quest’approccio esperienziale particolarmente interessante per la sua rapidità ed efficacia in un momento storico come questo in cui cè tanta sofferenza tra molti giovani, e chi svolge un’attività di sostegno o di terapia, sente il bisogno di qualcosa di efficace e rapido. Si è constatato che spesso non bastano interventi psicoterapeutici basati solo sul colloquio o sui farmaci mentre le esperienze interiori intense e dirette hanno un grande potenziale sanante e trasformativo. La Psicologia Transpersonale nasce alla fine degli anni ’60. Il “Journal Transpersonal Psychology”, (una bellissima pubblicazione che è pubblicata semestralmente dal 69), in un volume del ’92 riportava che erano stati pubblicati in lingua inglese ben 220 libri sull’argomento, e certamente negli ultimi anni il numero di queste pubblicazioni enormemente aumentato.

In Italia c’è l’Associazione di Psicologia Transpersonale fondata dalla Dott.ssa Boggio Gilot, e sono stati pubblicati importanti volumi, tuttavia i media e la cultura convenzionale, non offrono ancora molta informazione al riguardo. Questa psicologia aperta alla dimensione “spirituale” è stata sviluppata da quegli psicologi che riconoscono l’esistenza di livelli di coscienza che trascendono i limiti dell’io e del pensiero razionale. Essi cominciarono a studiare non solo la patologia, ma anche l’individuo sano e le sue potenzialità, e constatarono che a volte delle crisi esistenziali portavano ad esperienze trasformative che spingevano l’individuo alla realizzazione di sè e ad una nuova consapevolezza. La psicologia convenzionale aveva messo la spiritualità e le esperienze religiose nell’ambito delle superstizioni, delle cose irrazionali e guardava con sospetto a metodi e pratiche caratteristici dei cammini spirituali mentre la Psicologia Transpersonale, ha studiato, con un attenzione obbiettiva, che soddisfa criteri scientifici, le pratiche psico-spirituali che i mistici hanno praticato nei secoli, giungendo attraverso d’esse a conoscenze fondamentali sulla natura della coscienza e dell’io. La psicologia studiando gli stati psicofisici realizzati dai praticanti avanzati di metodi meditativi, ha allargato il suo campo d’indagine alle dimensioni trascendenti, alla conoscenza di sè e all’autorealizzazione.
Tema del transpersonale è una conciliazione di scienza e religione. Questi due campi siano stati in conflitto per secoli ed è molto importante che in questi anni di cambiamento si vedano finalmente i segni di una possibile riconciliazione. Seppure le esperienze interiori e gli stati di coscienza siano dimensioni elusive e non misurabili tuttavia è un grave errore considerarle inesistenti o screditarle. Studi recenti mostrano che l’osservazione scientifica può essere applicata alle pratiche meditative ed ai processi di ricerca interiore. Con questo approccio ci si può avvicinare ad una immagine più ampia e completa dell’essere umano, e del bisogno di conoscenza, e crescita interiore degli individui.
Per quanto riguarda la tossicodipendenza è evidente che l’individuo che si trova a voler vincere questa lotta ha bisogno più di altri di autorealizzazione e di attingere alle risorse più profonde del suo essere. Si dice che siamo nel secolo della dipendenza, non è solo della “tossicodipendenza”: si dipende dalla moglie, dai soldi, dalla carriera, dall’aspetto esteriore, si dipende da quel che dicono gli altri, si dipende da tutti i condizionamenti. Per vivere una vita, autentica e piena, padroni di se stessi, si dovrebbe essere forti e sicuri, avere la mente sgombra dalle inutili preoccupazioni, e percepire con chiarezza ed “intelligenza” il momento presente. Per molti non è facile affrontare correttamente le difficoltà e le sfide che la vita offre. Per realizzare questo stato di risveglio di presenza a se stessi, è necessario comprendere che dobbiamo cambiare in modo radicale la nostra prospettiva. Questo mutamento può accadere in stati di coscienza particolari, che raramente accadono spontaneamente, ma che possono essere indotti o facilitati attraverso tecniche specifiche. Le persone realizzate che la psicologia transpersonale ha studiato sono spesso individui che hanno raggiunto questo stato di salute mentale e di benessere, a volte in seguito ad esperienze critiche, a volte associate a momenti di alterazione percettiva. Ad esempio il fondatore degli Alcolisti Anonimi, era un alcolista che aveva provato tante volte a smettere di bere senza riuscirvi, un giorno disperato per la sua impotenza si trovò a pregare ed improvvisamente vide una luce invadere la stanza e provò una sensazione di commozione per una presenza ineffabile, che non aveva parole per definire. Il momento dura pochi istanti, ma questo contatto diretto trasformerà la sua vita e gli darà la forza di aiutare milioni di persone di liberarsi dal flagello di questa malattia. Quando gli psicologi, studiando questi casi spontanei, vi trovarono correlati analoghi alle esperienze dei mistici d’ogni tempo e paese, non poterono liquidare queste esperienze come manifestazioni irrazionali o patologiche. Dopo quelle esperienze interiori le persone mostravano evidenti i segni di una profonda trasformazione. Queste trasformazioni avevano una qualità straordinaria ed erano spesso accompagnate anche dalla guarigione di sintomi oltre che da un nuovo modo di guardare alla vita. Ma come fare a provocare quei momenti di trascendenza e verità che permettono di sviluppare un’attitudine positiva, quando ci si rende conto di essere dominati dai condizionamenti e dalla “dipendenza”? La psicoterapia si è basata negli ultimi anni, sull’approccio farmacologico o sul colloquio, mentre i metodi più recenti, come ho detto, sono spesso di tipo esperienziale con induzione di stati spesso derivati delle pratiche orientali, dello Yoga, del Buddhismo e del Taoismo. Le teorie moderne che integrano la saggezza orientale collimano con la visione di S. Bonaventura: per il quale ci sono diversi modi in cui possiamo osservare la realtà, il grande mistico francescano diceva: “L’uomo ha gli occhi della carne con cui vede gli oggetti materiali, gli occhi della mente con cui vede i concetti, le teorie e le idee e gli occhi della contemplazione con cui vede lo Spirito. La filosofia perenne parla di livelli: fisico, emozionale, mentale, e spirituale. Lo spirituale sconfina oltre l’io. La psicologia convenzionale si fermava ad un io realizzato e integrato. Giungere ad un io integrato è il massimo della crescita che l’uomo possa realizzare? Dopo la maturità c’è solo l’invecchiamento, oppure la crescita continua oltre all’identificazione con l’io, verso la saggezza e la liberazione? Profondi studi dimostrano che possiamo realizzare la saggezza, trascendere la nostra identificazione con la personalità, sentire che siamo pura Coscienza, il Testimone dell’io. I mistici insegnano che il mondo è illusione e la mente crea le nostre prigioni e sofferenze. Ma che possiamo sperimentare il nostro essere senza tempo, ciò che nasce e muore il corpo, ma c’è qualcosa in noi che non è mai mutato, che non è nel flusso del tempo perchè è il substrato in cui il tempo viene esperito. Quando ci immedesimiamo in esso attraverso l’occhio della contemplazione, sperimentiamo momenti di Verità, chiarezza, libertà e gioia, e ritornati allo stato di coscienza ordinario notiamo la scomparsa di sintomi che ci assillavano. impressionante vedere come la vita ci passi rapida, spesso tra conflitti interiori e timori del futuro, senza che si abbia il coraggio di vivere pienamente, di affidarci a Dio, alla Provvidenza al Sè interiore.
Ci accade, dicono i maestri, perchè ci identifichiamo con il corpo-mente ed i suoi desideri, cerchiamo in modo autofrustrante di controllare la vita perchè non possiamo piegarla ai nostri desideri e alle nostre aspettative. Possiamo invece indagare all’interno, nel profondo e scoprire che siamo questa coscienza che osserva il fluire della vita, ineffabile, libera, serena e senza tempo. L’autoindagine ci avvicina al divino, e questo percorso di conoscenza interiore non è un’astrazione, nè esperienza esperibile solo dai santi. Le esperienze di picco, (questi contatti con la coscienza superiore) sono, a volte, paragonabili all’esperienza di chi si trovasse di notte in cima ad una collina, nel buio completo, senza stelle nè luna, e nessuna luce: il mondo è una parete scura. Improvvisamente un lampo, illumina la scena e si vede il sentiero, il bosco, il villaggio ai piedi della collina. Poi ritorna il buio, però non si ha il dubbio di aver visto o meno, o che quanto abbiamo visto era un’illusione, si sa con certezza che quanto abbiamo visto esiste, anche se non lo vediamo più. Così chi ha “sentito” lo spirito, l’essenza coscienziale, anche se non vive costantemente in uno stato di grazia, ha certezza incrollabile, in questa realtà.
E adesso parliamo dell’iperventilazione e dell’efficacia straordinaria di questo metodo e di come funziona proprio in relazione all’accesso a queste esperienze. Ho sperimentato questo metodo in India nei primi anni ’80, e da allora l’ho applicata a migliaia di soggetti, ottenendo spesso risultati straordinari, tanto che mi sono convinto che questo sia il metodo più rapido ed efficace per realizzare la salute olistica ed attingere ai livelli più profondi dell’essere. La pratica si attua dopo un colloquio in cui sono suggeriti gli atteggiamenti coscienziali con cui affrontare l’esperienza. Un corretto setting fondamentale poi si suggerisce alla persona comodamente sdraiata di respirare intensamente, come se avesse il “fiato grosso” per una salita in montagna. Il respiro, è il più diretto legame con l’energia vitale, il soffio vitale. E’ ovvio, noi abbiamo un rapporto diretto con il respiro come vitalità, ad es. quando facciamo uno sforzo respiriamo intensamente, e solo pochi minuti senza respirare portano alla morte, siamo vivi solo se respiriamo e siamo più o meno “vivi” a seconda della qualità del nostro respiro. Gli studi di Bioenergetica dimostrano che di fronte a un dispiacere, a un dolore, un trauma, persino la puntura di uno spillo ci si irrigidisce, e nel farlo si trattiene il respiro. Per controllare le emozioni, per dominare gli impulsi, tratteniamo il respiro, “mandiamo giù”, “teniamo dentro”. Questo tenere dentro fa sì che si respiri meno. Questo decadimento energetico ci rende deboli e vulnerabili. Per ristabilire l’equilibrio energetico e riattivare salute e consapevolezza dobbiamo sbloccare con un’intensa e prolungata respirazione. Quando un soggetto normale si mette a respirare liberamente, dopo pochi minuti, inizia a sperimentare leggeri giramenti di testa, prova formicolii che attraversano i tessuti e solo dopo un certo tempo entra in contatto con sensazioni fisiche, emotive, mentali e continuando oltre a stati non ordinari che corretto definire “spirituali”. Il processo è progressivo e porta ad esperienze di trascendenza, dopo che i blocchi dei livelli inferiori sono superati. Una persona che ha mantenuto a lungo un respiro povero, che ha mandato giù molte emozioni, in pochi minuti può avere reazioni molto intense. Queste possono essere molto diverse; ma sia i fenomeni di catarsi e di riattivazione energetica che gli sconfinamenti negli stati di risveglio interiore, si dimostrano molto frequenti ed estremamente terapeutici e liberatori. Il tossicodipendente ha atteggiamenti di auto distruzione e subisce le tensioni e i condizionamenti che lo portano ad insistere su quella strada ed inutile spiegargli che quello che fa gli nuoce, o chiedergli di ragionare e di usare la volontà (che è la cosa che più gli manca). Nel subconscio, si cela un mondo infero che ci trascina verso il basso, le rimozioni, i sensi di colpa, le immagini negative, la disistima. Per, come l’inconscio può causare questi meccanismi, nell’inconscio possiamo trovare una super coscienza che ci può guidare alla salute e all’autorealizzazione. Abbiamo bisogno di qualcosa per far emergere l’inconscio e liberare le tensioni represse, e che ci porti poi a trovare la luce interiore. Attraverso la respirazione intensa succede proprio questo, emergono dapprima le emozioni dolorose che dobbiamo scaricare, e liberando il respiro, possiamo eliminare le tensioni che sono alla base della scelta auto distruttiva. Riconosciamo i nodi interiori e ce ne liberiamo, e sentiamo anche emergere un senso di chiarezza e verità e abbiamo accesso a un consapevolezza più ampia e ricca di valori. Emergono risposte intuitive e comprensione del nuovo ruolo che la vita ci offre. Maestro Eckhart diceva: ci sono due tipi di pentimento, uno è il pentimento legato al tempo, che porta al senso di colpa, esso non conduce a nulla e porta in basso, e l’altro tipo di pentimento che non è legato al tempo, quello che nasce dal rapporto con Dio e la verità. In questo caso quando la persona che è nel peccato improvvisamente riconosce la retta via, prova un senso di gioia e liberazione, non è angosciato dal senso di colpa anzi sperimenta gioia e desiderio di agire bene, e naturale desiderio di allontanarsi dal male. Eckhart dice addirittura che più gravi e numerosi sono i peccati, più sarà la grazia che si riceve, tanto che uno non sarà più attratto da ricadute. Quando si vede la bellezza della vita, la possibilità d’amare e di gioire scompare la patologia e l’autodistrurttività. A volte nel cammino spirituale cè il pericolo che la meditazione, possa essere usata per sfuggire la realtà astraendosi dal mondo reale. La meditazione invece, può essere una profonda auto indagine ed un mezzo straordinario di terapia e di trasformazione quando usata per entrare in contatto con se stessi, e la respirazione permette proprio questo, in quanto la trascendenza non si esplica trascurando il livello fisico e mentale La respirazione permette di rapportarsi con se stessi in modo immediato e diretto e non permette di fuggire in fantasie illusorie. Permette di mantenere i piedi per terra. Per questo il metodo, secondo me, tanto efficace. Non ho mai lavorato proprio in una comunità terapeutica, ma ho visto ed ho conosciuto tanti pazienti tossicodipendenti, e con coloro che avevano fatto uso di diverse droghe ed erano rimasti psichicamente traumatizzati, ed ho avuto spesso dei risultati straordinari in pochissimo tempo. Credo che per le comunità terapeutiche, ma non solo, in diverse istituzioni, persino nelle carceri, possiamo offrire non solo dei farmaci e buone parole, ma anche uno strumento come questo, che senza pericolo, permette veramente di sperimentare stati alterati di coscienza, di scaricare le emozioni e le tensioni, e avere quei momenti di verità di contatto con il Sè con l’essenza coscienziale con qualcosa che è oltre il pensiero-

FILIPPO FALZONI G.