ESPERIENZE DI REBIRTHING A MASSA

Il Rebirthing è una tecnica - per alcuni una filosofia di vita - utilizzata in prevalenza nei percorsi di sviluppo del potenziale umano, ma che, nei contesti opportuni e con le dovute attenzioni, reca giovamento a una vasta gamma di problemi. Essa si basa su due livelli di lavoro: la rivisitazione dello schema di nascita e il lavoro con il respiro. La rivisitazione dello schema di nascita, particolarmente valida nei percorsi di sviluppo del potenziale umano, presuppone una analisi della situazione materna e familiare, dal punto di vista fisico ed emotivo, da 1 anno prima del concepimento fino a 1 anno dopo la nascita con particolare attenzione all’evento parto. Si cerca di capire quale clima ha preparato l’arrivo del bambino, quali eventi hanno lasciato un imprinting e contribuito a creare uno schema che l’individuo continua a riproporre, per far si che, diventandone consapevole, possa utilizzarlo anzichè subirlo. Il lavoro con il respiro è la parte del Rebirthing che aiuta a sciogliere i nodi, a eliminare le cause di sofferenza, anche se spesso l’utente stesso non capisce come. Per spiegare come funziona il respiro circolare -“ cioè senza apnee nè a pieno nè a vuoto - si può ricorrere a un’analogia che rende bene l’idea del processo. Immaginiamo il bambino appena nato come un fiume in piena: osservandolo il suo respiro, pieno e continuo, ma non affannoso, non va in sindrome da iperventilazione. Continuando a osservarlo, o osservando noi stessi, vediamo però che quando siamo tesi o abbiamo paura tendiamo a trattenere il respiro, costruendo così una diga o irrigidendo un argine fino a far diventare quel fiume un rigagnolo piccolo e tortuoso. In esso scorre poca acqua - vita - e, anche quando c’è una piena, rischia di tracimare dove non dovrebbe (ad esempio ci si arrabbia con il datore di lavoro, ma si trattiene la rabbia e la si sfoga sui figli). Durante la sessione di Rebirthing s’immette molta acqua nel fiume, il setting terapeutico permette al fiume di non tracimare e l’acqua va lentamente a demolire le dighe affinchè il fiume recuperi il suo pieno flusso originario. La sessione non è dunque una seduta di rilassamento, anzi l’ansia durante il lavoro sale, spesso sotto forma di tensioni fisiche, fino a che, con un’abreazione, non si demolisce una parte di diga e la seduta termina con un rilassamento. Il lavoro con il respiro, una volta appreso, resta uno strumento che la persona può utilizzare come forma di “igiene” personale, per sciogliere le tensioni della vita quotidiana. E' molto utile in tutte le sindromi a base nevrotica, nei disturbi d’ansia o attacchi di panico, nelle difficoltà  emotive con ricadute psicosomatiche. Occorre grande cautela nell’utilizzare il respiro in personalità  borderline, cardiopatici o in presenza di glaucoma: cautela non significa evitare del tutto il lavoro, ma eseguirlo in maniera dolce senza spingere forte con il respiro, come si fa in una seduta tesa alla catarsi. Il classico protocollo di un percorso di Rebirthing prevede 10 -12 sedute individuali di 2 ore a distanza di 3/4 settimane, in analogia con i 9 mesi della gravidanza. Ogni seduta include una parte di lavoro sullo schema di nascita e una con il respiro. Il formato proposto nella ASL 1 tiene conto del fatto che la parte più efficace di questa tecnica è¨ il lavoro con il respiro e che essa può essere svolta in gruppo, che facilita la catarsi e rende il lavoro più efficace. Allo stato attuale, i gruppi accolgono sia soggetti con disagi di vario genere che fanno richiesta autonoma, sia soggetti inviati dalla U.O. di Psichiatria. Le richieste arrivano direttamente alla psicologa (specializzata in tecniche psicocorporee, in particolare nell’utilizzo del respiro) che, dopo un primo colloquio teso a verificare la motivazione, la sufficiente tenuta della struttura di personalità e, spiegata la tecnica, la disponibilità  a lavorare con lo strumento proposto, fissa un secondo appuntamento, individuale, per la prova di respirazione. Questa prova è fondamentale per due ordini di ragioni: da un lato la persona fa esperienza diretta di una seduta di Rebirthing e cioè l’aiuta ad approfondire la motivazione; dall’altro, la presenza del terapeuta la rassicura quando l’ansia aumenta. Dopo la prova e qualche riflessione sulle sensazioni provate, si viene inseriti nel gruppo per svolgere il lavoro vero e proprio. Le sedute di gruppo sono settimanali, durano 2 ore e mezzo e impiegano, oltre al respiro, tecniche di Dance Therapy volte ad accrescere la consapevolezza psicofisica. Ogni persona viene poi vista individualmente una volta al mese per raccogliere le fila dell’esperienza e definire, di volta in volta, nuovi obiettivi. La verifica del professionista non si basa tanto su questi colloqui quanto sui cambiamenti che si manifestano nelle sedute di gruppo, ma per la persona è importante avere l’opportunità  di riflettere sui propri progressi. Ogni sessione di Rebirthing prevede una fase in cui l’ansia viene mobilizzata, spesso sotto forma di dolori fisici, una fase di abreazione e una di rilassamento in cui possa assestarsi uno stato di minor tensione. Poichè parte del lavoro prevede sessioni in acqua, d’estate le sessioni si svolgono al mare o in torrenti di montagna della zona, con l’obiettivo di sciogliere, in mare, problemi connessi alla relazione con la madre e, in acqua fredda, problemi correlati a paure di varia natura, in particolare la paura della morte. interazioni Info: Dr. Francesca Caputo U.O. Psicologia - Dip. Salute Mentale ASL 1 Massa Carrara