LO SVILUPPO DELLA COSCIENZA

Le parole sono molto importanti per la formulazione di concetti. Quando si sono formulati concetti coerenti in relazione alla natura del pensiero e dell’essere, si va oltre alle parole, perchè la realtà può essere sperimentata, ma non descritta. La coscienza si sviluppa attraverso il dischiudersi di livelli successivi di consapevolezza di se. Un sano sviluppo avviene quando si realizza la trascendenza e l’integrazione delle differenti fasi coscienziali. Dall’incoscienza di una complessità frammentaria possiamo raggiungere l’immedesimazione nell’Uno, lo stato di Coscienza Cosmica o esperienza non duale della realtà. Tale stato è meta d’ogni sentiero di ricerca interiore ed essenza di tutte grandi le religioni. Se usiamo il linguaggio per comprendere la realtà, dobbiamo osservare alcuni riferimenti indispensabili per giungere ad una visione coerente oltre alla quale ci attende l’ineffabile esperienza diretta. Userò quindi termini di Ken Wilber, il quale ci ricorda che nell’universo ogni singolo essere animato ed inanimato è un “Olone”, un’entità vale a dire che può essere considerata sia come unità in se, sia come parte di un tutto più grande. Ogni olone deve essere osservato nella sua posizione “olarchica”, nella gerarchia cioè che costituisce la relazione naturale che si realizza tra gli oloni. La gerarchia o meglio l’olarchia può essere esemplificata con facili esempi. Un atomo è un’unità che diventa parte un tutto più grande al formarsi una molecola, che è a sua volta un’unità, e un certo numero di molecole a loro volta, formeranno una cellula ed obbediranno ad un ordine d’organizzazione superiore; così le cellule (singole unità organizzatrici di molecole) formeranno un organo il quale sarà parte di un organismo. La cellula include e trascende le molecole, e così via. A livello del linguaggio potremmo dire le lettere formano parole, che formano frasi, che formano discorsi in relazione olarchica tra loro: una parola include e trascende le lettere. Anche a livello coscenziale esiste uno sviluppo olarchico. L’unità “individuo” consapevole di se, dotato dalla natura della più complessa organizzazione delle cellule del sistema nervoso, emerge da dimensioni subconscie e non differenziate che sono state integrate e trascese. La “Grande Catena dell’Essere” è la visione evolutiva della coscienza verso la reintegrazione nello Spirito, condivisa dai grandi mistici d’ogni epoca e paese. Tale “Filosofia Perenne” riconosce l’emergere della vita (la biosfera), dall’oscurità subconscia della materia, (la fisiosfera). La vita vegetale ed animale organizza oloni inferiori a livelli sempre più ricchi di complessità ed espressione, sino a che dalla vita emerge la “mente”, (la noosfera) con capacità autoriflessiva. La consapevolezza di se nell’uomo raggiunge il suo culmine con la trascendenza del pensiero. La triade materia, vita, mente (fisiosfera, biosfera e noosfera)  anche corpo, mente e anima, sino all’esperienza dello Spirito Uno. L’uomo passa dal momento della nascita al raggiungimento della maturità attraverso specifiche fasi di sviluppo mentale e può raggiungere la consapevolezza profonda dell’Essere. La coscienza può procedere differenziandosi e integrando i livelli che trascende sino all’individuazione nella natura essenziale dell’Essere-Consapevolezza-Beatitudine (Sat-Cit-Ananda). Il bambino in una fase iniziale del suo sviluppo s’identifica con gli impulsi biologici, ed ha un comportamento prerazionale, egocentrico ed egoistico, (incapace di mettersi nei panni altrui ecc.). Potrò poi, come individuo maturo, sviluppare atteggiamenti quali la compassione e l’altruismo, che sono ignoti a livello egocentrico e nella cieca risposta all’impulso fisiologico. La coscienza si dischiude in seguito ai livelli in cui s’identifica con un’immagine di se e deve integrare i livelli che ha trasceso, in quanto la repressione comporta conflitti distruttivi. Alla sommità delle fasi di sviluppo si giunge all’esperienza della “pura consapevolezza”, stato in cui l’io e il corpo con cui ci s’identificava, sono integrati e trascesi. Nel suo sviluppo, infatti, l’io raggiunge non solo la capacità di formare immagini, simboli, rappresentazioni e regole, di confrontarsi con il mondo attraverso il pensiero razionale, autonomo e coerente, ma anche di riflettere sulla propria essenza: sulla natura della vita-coscienza nella sua globalità e profondità. Ciò conduce a sperimentare stati “sovramentali”. Lo Spirito appare come essenza coscenziale alla base d’ogni fenomeno e come sostanza onnipresente di tutto. Ogni uomo può riconoscere in se la natura dello spirito nella sua essenza impersonale che  inseparabile dalla coscienza Universale, riconoscendo la sostanza della consapevolezza e del “testimone interiore” come Spirito. I buddisti parlano di “un vuoto” pregno di ogni potenzialità, indefinibile origine dello spazio e del tempo in cui siamo immersi e non differenziati quando nella meditazione si dissolvono i legami dell’io e del pensiero. I mistici Indù indicano la natura del Brahman l’Essere Assoluto non diviso dall’Atman, il SE individuale, attraverso la negazione di tutto ciò che esso non è, ricordando come esso è oltre a tutti i fenomeni e alle possibilità linguistiche in quanto non è un oggetto della coscienza, ma la vera natura di colui che ricerca. Non è difficile costatare del resto che ogni esperienza e ogni percezione, avviene nello “spazio della coscienza” e che sostanzialmente quindi è “fatta di Coscienza”, non esiste al di fuori della coscienza, e noi siamo Ciò. Se i passaggi di trascendenza e integrazione dei livelli olarchicamente inferiori non ha avuto luogo, i successivi non possono manifestarsi. Se allo schiudersi di un livello superiore il livello inferiore che è stato trasceso non integrato, ma represso ne nascerà una patologia. Le patologie corrispondono alle fasi dello spettro della coscienza che non sono state opportunamente integrate. Lo sviluppo conduce quindi da uno stato di coscienza latente, non differenziata ed egocentrica, a una sempre più ampia consapevolezza di maggiore complessità, libertà, capacità di trascendenza e inclusione e integrazione. In molti casi le tradizioni religiose hanno portato l’uomo ad una ricerca ascensionale di trascendenza che rifiutava la vita ed il mondo. Consideravano bene l’io interiore, lo spirito, ed il resto solo un ostacolo al raggiungimento della liberazione ultraterrena. Facendo questo trascendevano il mondo ed il corpo, ma anzichè integrarlo lo reprimevano e mortificavano. Opposta a questa visione religiosa e per reazione ai suoi effetti nefasti, si è imposta una visione del mondo rigorosamente materialista che ha portato a considerare reale solo il mondo oggettivo, la natura, la superficie materiale della vita. Il benessere in questa prospettiva è ricercato solo all’esterno e nell’avere: quando non c’è più alcuna profondità interiore da ricercare non resta che il potere materiale e la competizione per raggiungerne i simboli esteriori. Tale lotta rende la vita insoddisfacente, poichè i falsi obiettivi conducono a sempre maggior schiavitù e dipendenza e mai alla gioia di vivere. L’evoluzione della coscienza, come abbiamo detto, può avvenire attraverso un autentico processo di integrazione dei livelli e ciò può accadere solo praticando coscientemente una disciplina interiore efficace. Tali discipline basate sull’auto osservazione e l’intuizione guidano alla saggezza e al benessere. La rimozione del sacro, del mistero, dell’invisibile ha fatto cadere l’uomo in una cultura che avvilisce e svaluta i valori essenziali vita. Nel campo del Transpersonale e della “New Age” c’è spesso confusione perchè troppe volte si è considerato “Spirituale” tutto ciò che non è “razionale” senza discernere quanto appartiene alla sfera prerazionale, e collettiva, dall’autentico sviluppo esperienziale della coscienza oltre i limiti del pensiero, un “sentire” che non può essere “pensato”. Esperienze irrazionali e regressioni a stati prerazionali e preconvenzionali non sono indicazioni di trascendenza bensì di patologia. La scienza materialista ha giustificato il suo rifiuto delle dimensioni interiori proprio perchè ha concentrato le sue osservazioni su questi aspetti patologici della pseudo-trascendenza. E' vero del resto, che le esperienze transpersonali autentiche, non sono correttamente interpretate e integrate da individui che vi giungono impreparati. L’accesso momentaneo a livelli superiori della coscienza, inoltre, non è un raggiungimento trasformativo quando si è riportati indietro da quanto non è stato risolto nelle precedenti fasi evolutive. La meditazione giustamente impostata deve portare al confronto con se stessi e non essere usata come rifugio nell’immaginario e nell’autosuggestione, come purtroppo spesso accade.I ricercatori per potersi addentrare veramente nella conoscenza di se devono utilizzare qualche tipo di “Yoga” o una pratica specifica, avendo come riferimento le indicazioni dei maestri di saggezza, e non limitarsi a conoscenze teoriche ed intellettuali. Pratiche d’autoindagine e di “attivazione-risveglio dell’energia”, associate al supporto di una guida esperta, dovrebbero fare parte delle basilari regole dell’igiene esistenziale" d’ogni individuo. La tecnica proposta dal Rebirthing Transpersonale si propone di fungere da catalizzatore sia per la soluzione dei blocchi causati dai traumi e dai condizionamenti del passato, sia per accedere all’esperienza diretta della coscienza non divisa del se. Questo semplice ed efficacissimo metodo conduce ad esperienze che vanno integrate in una visione del mondo che trova validi riferimenti nella Filosofia Perenne. E' adatta sia a chi cerca il benessere psicofisico sia chi vuole intraprendere un più profondo lavoro d’autoconoscenza e liberazione.Filippo Falzoni G.