Altri sentieri si sforzano di raggiungere qualcosa,l’autoindagine cerca colui che fa lo sforzo. Ramana Maharshi Ho spesso trovato difficoltà nel far comprendere la profonda differenza tra il “Rebirthing ad approccio Transpersonale” ed altri modi d’applicazione del Rebirthing, e scrivo queste pagine per chiarire, quanto credo sia essenziale. Questa comprensione è indispensabile per avere una prospettiva corretta nel giudicare il metodo nella confusione delle tante scuole sorte negli ultimi anni. Prima di dire che cosa è il Rebirthing Transpersonale inizierò con il dire che cosa non è , dato che molte correnti di Rebirthing, influenzate dagli aspetti più superficiali del movimento New Age, presentano spesso lacune e approcci fantasiosi che possono sviare. La New Age rappresenta a volte, importanti sintesi della spiritualità in chiave moderna con valide intuizioni, ma presenta spesso aspetti troppo semplicistici, a livello del pensiero magico, ben lontani dalla seria ricerca, e pratiche prive di efficacia trasformativa, se non perfino dannose. Il Rebirthing Transpersonale, ad esempio, non considera accettabile il concetto tanto in voga: “Il pensiero crea”. Un conto il legame tra osservatore ed osservato che la fisica quantistica riconosce, o la natura “causale” della coscienza-consapevolezza, della Mente con l’emme maiuscola, altro affermare che il chiacchierio mentale determini gli eventi, che attraverso la semplice ripetizione di affermazioni otterremo tutto, e che l’ego, attraverso il pensiero, può esaudire tutti i desideri, creare la propria realtà ed influenzare la materia. La padronanza della mente e il controllo del pensiero sono importanti aspetti del percorso d’autoconoscenza, ma credere che possiamo ottenere tutto quello che pensiamo è forviante. Quest’approccio può condurre la persona fragile solo al narcisismo e alla regressione all’onnipotenza infantile, piuttosto che al successo e alla liberazione. La situazione in questo caso invece che “terapeutica” diventa patogena o si limita ad un “vendere illusioni” che possono offrire solo momentaneo sollievo, per poi condurre alla delusione. Un altro errore di prospettiva accettato da diverse correnti mi pare questo: poichè quando si sta bene i nostri pensieri sono tendenzialmente positivi e ottimistici, quando si sta male basterà ripetere pensieri positivi ed ottimistici per stare bene. Non possiamo ingannarci da soli fino a questo punto, e tutti possiamo costatare che sorriderci allo specchio quando siamo depressi non basta e non funziona. Il pensiero creativo e trasformativo, se mai, nasce spontaneo ed emerge dal profondo. Certamente osservare i pensieri e riconoscerne i limiti, vederne in trasparenza la rete e trovare migliori traduzioni della realtà importante, ma non si tratta mai di uno sforzo di rendere positivo il pensiero. La pace mentale si manifesta nella calma senza desideri, non quando siamo attaccati a dei risultati a dei progetti e in balia delle aspettative. Questo desiderare che è spesso solo un’espressione dell’ego, anche se ci facesse ottenere quanto desideriamo, non è detto che sortirà poi il nostro bene e ci renderà felici. L’approccio Transpersonale attraverso ad una passiva osservazione del pensiero e delle sensazioni, porta al silenzio interiore, conduce a mettere a fuoco la coscienza osservante, il Se, la presenza impersonale, sempre presente nel “qui e ora” come fondamento. Da quest’emancipazione giungono intuizioni profonde e la soluzione di molti problemi e, quando necessario, la forza per accettare e superare con saggezza i dolori che inevitabilmente prima o poi la vita ci presenterà. Un secondo punto: il Rebirthing Transpersonale evita attentamente qualunque approccio manipolativo, non propone il tema dell’esperienza, nè cerca di dirigere le sedute verso specifici scopi (al contrario di molte scuole che svolgono seminari o sedute individuali a tema come: “Rivivere la nascita”, “il pensiero positivo per la prosperità e l’autostima”, “le relazioni d’amore” ecc.). Nel Rebirthing Transpersonale sono facilitate le esperienze catartiche spontanee che possono avere come effetto la soluzione di problemi legati al trauma della nascita o i problemi dell’autostima, ecc. ma nello stesso tempo si ben attenti al non influenzare in alcun modo lo spontaneo dischiudersi delle esperienze individuali, diverse per ciascuno, secondo la fase ed il livello che attraversa. Il Rebirthing ad Approccio Transpersonale non cerca quindi esperienze esotiche, nè bambini interiori, nè pensieri positivi. Anche standardizzare la seduta secondo fasi uguali per tutti, in cui si prevede che all’inizio, ad esempio, il soggetto agiti il corpo, poi ne prenda coscienza arto dopo arto, poi emetta vocalizzazioni liberatorie, e poi entri in fasi più “mentali” ecc. mi pare un grande limite. Come ho detto, ognuno reagisce diversamente, e fare qualcosa secondo direttive intenzionali inibisce proprio lo scopo della seduta, l’andare cioè, oltre il controllo dell’io. Bisogna invece lasciarci portare dal respiro intenso all’energia-coscienza impersonale, per permettere reazioni e risposte spontanee, e per eventualmente cogliere la dimensione transpersonale dell’essere. Più che pensieri positivi dobbiamo andar oltre il pensiero. Il Rebirthing della mia scuola offre una tecnica per accedere a stati non ordinari di consapevolezza. (Non teorizzare o comprendere solo intellettualmente dei concetti) Il processo diretto non solo oltre all’io, (verso un Logos distaccato dal mondo fenomenico) ma nel contemporaneo confronto con i nodi non risolti che possono appartenere a diversi livelli di sviluppo. Catarsi e trascendenza s’integrano. Più saliamo in alto più siamo in grado di scendere nel profondo e dal piano elevato della coscienza osservatrice, le ombre che emergono dall’inconscio, i traumi rimossi, e le paure nascoste sono dissolte nella chiarezza del confronto.Il cammino dell’autoindagine rappresentato da grandi maestri in ogni tempo e cultura e una sua sintesi coerente espressa dalla Filosofia Perenne e dalla Psicologia Transpersonale. La respirazione una via maestra all’esperienza diretta di stati oltre all’io, ma non deve essere ridotta a una fantasia d’onnipotenza dell’io separato. Quanto ho scritto non vuole essere una sterile critica ad altre scuole, bensì intende favorire lo sviluppo di un lavoro serio che permetta il pieno riconoscimento delle straordinarie potenzialità che la respirazione intensa può indurre. Il rispetto profondo per la sensibilità e i veri bisogni dell’individuo, per la sua indipendenza psicologica e per un suo sviluppo naturale nel processo trasformativo, un aspetto essenziale che non deve mai essere trascurato. Dott.Filippo Falzoni Gallerani